Ripresa attività 2021

Il 17 novembre 2021 si è tenuto un seminario su "Uno sguardo storico sul femminismo e le sue protagoniste", relatrice la socia Francesca Bibolotti,  presso il Caffè D'Arte - Bari

 

Il 27 ottobre 2021 si  è tenuto un incontro su "Dante Alighieri e la Divina Commedia", relatore Prof. Trifone Gargano, presso la Biblioteca Ricchetti- Bari

 

Breve descrizione 

Il cammino dell’associazionismo sociale al servizio del bene comune (Donatella Campagna)

            Il concetto di associazione usato in senso ampio, può essere utilizzato per designare qualunque raggruppamento di persone che si organizzi per gestire un interesse comune.

            E’ quindi una collettività organizzata che prende vita da un atto di autonomia contrattuale dove l’obiettivo è quello di realizzare uno scopo comune avente come fine la soddisfazione di bisogni di natura non economica, ma ideale.

            L’associazione rientra nel concetto di persona giuridica, quindi diverso da quello di persona fisica.

La scrittura organizzativa è tipica in quanto la legge richiede obbligatoriamente due organi: l’assemblea e gli amministratori, tali organi in genere nella configurazione di un consiglio direttivo. A questi in alcuni casi si aggiungono altri organi come i probiviri e i revisori dei conti.

            Inoltre l’Associazione è caratterizzata da un rapporto che potremmo definire a struttura aperta e per questo può raggiungere, a causa di continue adesioni, un numero di soci elevato che può incrementarsi nel corso della vita dell’associazione.

Come viene identificata l’associazione?  Attraverso la denominazione e l’indicazione di una sede, luogo fisico di svolgimento delle attività.

L’importanza delle associazione si evince dal fatto che è garantita dall’art. 18 della Costituzione che precisamente recita: “ I cittadini hanno diritto di associarsi liberamente, senza autorizzazione, per fini che non sono vietati ai singoli dalla legge penale. Sono proibite le associazioni segrete e quelle che perseguono anche indirettamente, scopi politici mediante organizzazioni di tipo militare.”

            Tra l’altro le associazioni una volta costituite godono di prerogative quali l’autonomia patrimoniale ( il patrimonio è costituito dalle quote annuali versate dai soci o da eventuali liberalità, lì dove lo statuto associativo lo permette) e della limitazione delle obbligazioni degli amministratori.

Il fenomeno associativo è stato studiato con molto interesse dalle scienze sociali che sono arrivate alla conclusione che l’estensione del fenomeno associativo risiede nell’aumento dl tempo libero che permette agli individui di poter partecipare ad attività ricreative, culturali, associative e anche assistenziali.

            Di contrapposto anche l’aumento delle sacche di povertà e disagio determina l’esplosione delle associazioni che si estrinseca col volontariato sociale.

            Ancor di più nei momenti in cui i servizi sociali scarseggiano o sono mancanti le associazioni agiscono addirittura quasi da “supplenza” agli obblighi dello Stato di provvedere a queste fasce di cittadini.

            Possiamo, quindi affermare, che il rischio che un problema possa rimanere irrisolto porta gli individui a riunirsi in associazioni allo scopo di riuscire, insieme, a risolvere il problema comune.

            Anche la sociologia ha posto attenzione al fenomeno associativo, in particolare sull’importanza della comunicazione sociale, o meglio ancora sul “faccia a faccia”, e da questi studi sociologici emerge che nella moderna società industriale a causa  della urbanizzazione e della “transumanza” delle persone in posti diversi, alle volte molto lontani dalla sede originaria degli individui, i rapporti personali fondati sulla nascita risultano fortemente indeboliti, gli individui si allontanano dai nuclei primari(la famiglia) e succede, pertanto, che si tende a rinnovare, nell’ambito del rapporto associativo ogni legame che il ritmo congestionato della vita urbana dissolve gradatamente.

            A questo punto la famiglia rappresenta un particolare tipo di rapporto secondario e l’associazione distinguendosi dai tradizionali gruppi primari non si allontana molto da questi. La sua peculiarità, infatti è proprio quella di attuare le istanze di democrazia di base non disgiunte dai momenti di coesione affettiva.

L’associazione va, allora, ad assolvere una funzione psicologica tesa a costruire il potenziale dell’affettività dispersa, e tutto ciò con un atto volontario e libero del singolo individuo.

            Tra l’altro, l’interazione posta alla base del processo di associazionismo permette all’individuo di partecipare alla vita pubblica e offrire al gruppo la possibilità di progredire da un punto di vista sociale e realizzare quella comunicazione con gli altri che spesso non in tutti è spontanea, si ha la possibilità di crescere e sciogliere nodi psicologici che bloccano dall’interno la persona.

            C’è da precisare che le associazioni sono tanto più autonome quanto più si autofinanziano. L’autofinanziamento si realizza con il contributo associativo costituito dalla quota annuale sociale, di cui abbiamo parlato già, che ogni singolo individuo versa e ciò al fine di non soggiacere alla strumentalizzazione che può derivare da eventuali contributi esterni anche se volontari e una tantum.

L’importanza del fenomeno associativo nel mondo femminile.

            La donna che come tutti sappiamo per secoli è stata oggetto, nell’indifferenza generale,  di discriminazioni, soprusi e violenze, quando ha cominciato a capire  che da sola non sarebbe riuscita a manifestare il suo disagio e la discriminazione della società nei suoi confronti, che da sola era inutile denunciare o ribellarsi; che la sua voce da sola era una voce che gridava nel deserto; che il suo problema era il problema di quasi tutte le donne, si è rivolta a chi era nella sua stessa situazione per riunirsi in gruppo e far scaturire una forza collettiva.

Le donne hanno potuto così dimostrare che il gruppo riesce laddove un individuo da solo non potrebbe riuscire.

            Attraverso le associazioni femminili le singole voci delle donne sono diventate un’unica voce, una voce altisonante che sempre più riesce a farsi sentire nelle scuole, nelle città, un movimento di opinione che ormai riesce a far pressione sui governi, una voce che va sempre più imponendosi a beneficio non solo delle donne ma dei tutto il tessuto sociale.

Associazione nazionale donne elettrici – A.N.D.E.

             Vorrei, ora, concludere questa mia relazione parlandovi e illustrandomi l’associazione che presiedo da cinque anni.       

Premetto che mi sono avvicinata all’associazionismo quindici anni fa proprio attraverso questa associazione della quale ho sentito di poter condividere gli obiettivi che si prefigge.

  L’Ande è stata fondata da Carlotta Orlando, una donna dalla mente illuminata che al ritorno dagli Stati uniti d’America dove aveva visto sorgere ed evolversi l fenomeno delle suffragette aveva capito che anche in Italia era necessario costituire un’associazione che aiutasse alle donne a capire il diritto di voto appena ottenuto e a saper scegliere liberamente chi votare.

E’così, con questi precisi intendimenti che Carlotta Orlando fonda l’ANDE un’associazione femminile politica e apartitica.

L’ANDE conserva a tutt’oggi questa connotazione apartitica grazie all’autofinanziamento che è alla base della libertà di pensiero di questa associazione.

Come vi dicevo nacque nel 1946 con il voto alle donne vi riporto qui alcune affermazioni della Orlando al fine di rendere chiaro l’obiettivo che l’Ande nelle sedi di tutta Italia continua a portare avanti.

“Si doveva insegnare a rispettare il pensiero, il giudizio e le decisioni altrui e saper discutere con mente chiara e disponibile, avendo accanto donne di diversa formazione politica ”( cosa non facile se si pensa che la Repubblica italiana basata sulla democrazia era appena nata e ciò dopo il buio  ventennio fascista e una guerra che aveva decimato la popolazione).

“Era per me sufficiente aver stimolato le donne italiane  - dice ancora Carlotta Orlando - a non limitarsi ad esprimersi soltanto con un voto ma a partecipare e a  pensare da sole senza imbottirsi di articoli, cercare politologi e interrogare astrologi e maghi” (dichiarazione nel 1953 quando fini il suo impegno nell’Ande).

Bari ha raccolto l’impegno di Carlotta Orlando attraverso la professoressa Liliana Spagnolo che ha fondato la sede dell’ANDE Bari nel 1980 dopo aver riflettuto a lungo sul fatto che a Bari non vi era un’associazione politica. All’epoca Liliana Spagnolo, molto impegnata nel sociale, era presidente del Soroptimist e dopo aver partecipato a una riunione di donne impegnate nella richiesta di costituzione di asili nido ebbe modo di constatare che nel Soroptmist non poteva non era possibile esprimere e discutere il proprio pensiero politico.

Così quando venne a Bari Beatrice Machiavelli Rangoni, all’epoca segretaria nazionale dell’Ande, e propose la costituzione dell’ANDE a Bari Liliana Spagnolo decise di accogliere subito la proposta.

E da allora l’Ande vive una vita florida, vivace, ricca di spunti di discussione politica conservando la sua matrice apartitica. Che crede fortemente nell’importanza di un’effettiva partecipazione delle donne alle scelte democratiche della società civile nel rispetto della legalità e si pone quale corpo intermedio tra le istituzioni e l’elettorato.